L’emozione, stavolta, ha voce. Quella delle ragazze che liberano il mix di gioia e tensione. Quella del trio Nava-Smerdel-Cubeta che lievitano dalla panchina col salto della felicità. Quella di genitori, parenti, fidanzati, amici che debordano, mai così tanti, nel rettilineo di bordocampo che solo per la geometria non è una curva. Quella di Guffanti, pazzo di gioia.
2 set a uno, 24 a 22, la battuta dell’avversaria finisce a rete e tutto il resto è gioia, altro che noia. MTV vince lo scontro diretto con Quinto, tenace sfidante costretta dopo la battaglia a salutare la capolista. La capolista che se ne va. Dritta verso un obiettivo che la scaramanzia non vuole che si nomini, ma che il destino comincia a sussurrare.
In avvio sembra un match in discesa. Le black girls sono sicure, prendono il largo in un primo set che invece improvvisamente si complica, diventa un testa a testa sul filo del traguardo, tagliato dall’MTV con il 26-24 che mette le fondamenta del successo. Ma la strada è ancora lunga: nel secondo set la clessidra si capovolge: calano le nostre ragazze e crescono le avversarie che vincono senza affanni. Momento delicatissimo. Della partita e della stagione. Vincere il terzo set è un obbligo per schiacciare la fiducia crescente di chi ci sta di fronte. Le atlete di Nava non tradiscono: il livello è altissimo, gli scambi sono all’ultimo respiro, arriva il 2-1, l’obiettivo è lì, ben visibile. E diventa ancora più chiaro nelle prime battute del quarto set: MTV accelera e si porta sul 12-5. Tutto finito? No. Quinto trova l’ultimo sussulto, torna in partita, recupera e mette la freccia, ma è costretta a rientrare dalla corsia di sorpasso nella volatona finale. Gli ultimi acuti sono rossoneri.
Siamo sul 24-22. Alla battuta le avversarie. La palla parte nel silenzio e finisce nel boato della rete. Il doloroso 3-0 dell’andata è cancellato. La classifica è blindata. Il futuro è già un po’ scritto. Mancano due lettere, due partite per completare quella parola che non si può dire.
Ma che tutti non vediamo l’ora di urlare. Perché per un’emozione, questa emozione, una voce sempre ci sarà.
Apr 16